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ENZO FERRARI

CASE HISTORY: ENZO FERRARI
Il mito italiano delle auto sportive


La storia del cavallino rampante è semplice. Era dipinto sulla carlinga del caccia di Francesco Baracca, l’eroico aviatore caduto durante la Grande Guerra. In occasione della mia vittoria sul circuito del Savio, nel 1923, conobbi personalmente suo padre e sua madre, che mi chiesero di mettere sulle mie auto il cavallino. Mi avrebbe portato fortuna“.

Così Enzo Ferrari raccontava la storia del cavallino rampante su fondo giallo, il colore di Modena. Quando era bambino a chi gli chiedeva che cosa voleva fare da grande rispondeva sempre: il corridore. Fu così che Enzo Ferrari decise di diventare il drago di Maranello.

Interrotti gli studi alla morte del padre, iniziò la sua attività come istruttore alla scuola tornitori dell’officina dei pompieri di Modena. Dopo la guerra tentò con scarso successo di essere assunto alla Fiat. “Attraversato il parco del Valentino – raccontò lui stesso anni dopo – dopo aver spazzato la neve con la mano mi lasciai cadere su una panchina e piansi. Ero solo. Mio padre e mio fratello non c’erano più. Lo sconforto mi vinse e piansi“. Ma non si arrese.

Nello stesso anno fece il suo esordio in gara per la Cmn (Costruzioni meccaniche nazionali) di Milano alla Parma-Berceto prima e alla Targa Florio poi. Era il 1919.

Nel 1920 passò all’Alfa Romeo, iniziando una collaborazione durata vent’anni che lo portò a ricoprire incarichi di collaudatore, pilota, collaboratore commerciale e infine direttore del reparto Alfa-Corse fino al novembre 1939. Nel 1929 fondò a Modena la “Scuderia Ferrari”, società sportiva con il principio costitutivo di fare correre i soci, che avviò un’intensa attività agonistica, ebbe una squadra ufficiale e finì per diventare una filiale tecnico-agonistica dell’Alfa Romeo, alla quale si sostituì nel 1933 nella continuazione dell’attività sportiva.

Sono i suoi anni più importanti, quelli della formazione e degli incontri importanti, tra cui quello con Tazio Nuvolari. Ma furono anche gli anni dei litigi, che lo portarono poi nel 1940 al distacco dall’Alfa Romeo, trasformando la scuderia in società “Auto Avio Costruzioni Ferrari” che lavorò per la Compagnia nazionale aeronautica di Roma, la Piaggio e la RIV.

Per quattro anni un contratto con la Alfa Romeo gli impedì di chiamare le auto con il suo nome. Ma intanto arriva la guerra e le attività restano in sospeso ( L’officina fu bombardata nel 1944, ricostruita nel 1946, anno in cui ebbe inizio la progettazione completa e la costruzione della prima vettura “Ferrari” ).
Nel frattempo Ferrari riorganizza la sua fabbrica a Maranello e, una volta cessate le ostilità, comincia a produrre con la collaborazione dell’ingegner Gioacchino Colombo. Non solo vetture da corsa ma anche vetture di serie un po’ speciali.

Il mito delle Ferrari, dei bolidi rossi si afferma presto in tutto il mondo. Le granturismo hanno successo e, con mossa geniale, Ferrari decide subito lo “sbarco” negli Usa, che da allora saranno il mercato principe delle macchine di Maranello. Anche in gara il successo non si fa attendere troppo e nel 1951 la Ferrari batte l’Alfa a Silverstone.

Dal 1960 l’azienda si è trasformata in Società per Azioni, alla quale si è associata la FIAT nel 1969 in forma paritetica e poi, nel 1988, maggioritaria.

Enzo Ferrari ha costruito nel 1963 a Maranello l’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato. Nel 1972 ha realizzato la Pista di Fiorano.

È stato nominato per meriti sportivi Cavaliere nel 1924, Commendatore nel 1927, Cavaliere del Lavoro nel 1952. Ha avuto nel 1960 dall’Università di Bologna la laurea honoris causa in ingegneria meccanica, nel 1988 dall’Università di Modena la laurea honoris causa in fisica.

Ha ottenuto il Premio Hammarskioeld dell’ONU nel 1962, il Premio Columbus nel 1965, la Medaglia d’oro Scuola della cultura e dell’arte del Presidente della Repubblica nel 1970, il Premio De Gasperi nel 1987.

Durante il periodo della sua conduzione, dal 1947 al 1988, la Ferrari ha riportato in tutto il mondo oltre 5000 vittorie sportive conquistando 25 titoli mondiali. È morto a Modena il 14 agosto 1988.

L’uomo e l’imprenditore

Enzo Ferrari non fu mai un progettista ma ebbe certamente le idee più innovative nella creazione delle sue auto. Quando si trattò di contrastare il successo di Jaguar e Aston Martin fu lui a capire che l’obiettivo doveva essere quello di creare un’auto “leggera come una piuma“.

Il suo rapporto con i piloti fu sempre combattivo, un intreccio di amore-odio, di complicità e rivalità. Anzi, si racconta, che apposta seminasse discordia tra i piloti, convinto che questo aumentasse la carica agonistica degli uni contro gli altri


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